Ineos Grenadiers, Chris Froome sull’esclusione dal Tour: “Penso che avrei potuto avere un ruolo, ma la squadra ha deciso che non sarebbe stata la cosa migliore”
Impegnato alla Tirreno-Adriatico, Chris Froome pensa ancora all’esclusione dal Tour de France 2020. Dopo un Giro del Delfinato molto sottotono, infatti, il Keniano Bianco non era stato selezionato per la Grande Boucle dalla sua squadra, la Ineos Grenadiers, allo stesso modo di Geraint Thomas. Il vincitore di quattro Tour, due Vuelta e un Giro d’Italia, che il prossimo anno si trasferirà alla Israel Start-Up Nation, ha accettato la decisione del team ma, come dichiarato in un’intervista a Eurosport, è convinto che avrebbe potuto aiutare la squadra presente in Francia come gregario, anche solo per la grande esperienza che ha accumulato in questi anni.
“Penso che avrei potuto avere un ruolo ma la squadra ha deciso che non sarebbe stata la cosa migliore per loro e per me stesso – ha dichiarato Froome – Sarei stato più che felice di andare al Tour e di aiutare il più possibile. Ma penso che avesse molto più senso per me non dover sopportare tutta quella pressione, soprattutto in questo momento dove sto cercando di tornare al mio vecchio livello. Ma tra me e Geraint abbiamo molta esperienza, abbiamo corso il Tour per anni, lo abbiamo vinto cinque volte in due, quindi penso che avremmo potuto contribuire per aiutare la squadra“.
Il pensiero del 35enne britannico va, senza ossessioni, alla quinta vittoria al Tour, che significherebbe entrare in un club ristretto di pochi campioni: “Non mi sto facendo prendere troppo la mano da quel pensiero in questo momento”. Per intanto, l’intento è quello dunque di partecipare il prossimo anno con la nuova squadra, la Israel: “Ovviamente non ci sono garanzie nello sport, ma voglio fortemente tornare l’anno prossimo e sicuramente sarà una nuova sfida con una nuova squadra. Spero di tornare al meglio il prossimo anno”.
Per quest’anno, invece, gli obiettivi sono la Vuelta e tornare al massimo livello: “La Vuelta è sicuramente una parte fondamentale di questo processo, ma non è tutto. La cosa più importante è arrivare alla fine di questa stagione sapendo di aver fatto i progressi di cui avevo bisogno per tornare di nuovo me stesso, in modo da poter iniziare la prossima stagione da zero”.
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